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Maggio 2007 ©    

 

 

 

 

MAGIC URCA - AC120

 

Primo sviluppo del progetto

 

Obiettivo 1 : Aumento massimo della  lunghezza dinamica al galleggiamento

L’obbiettivo dello studio era realizzare una forma che avesse una piccola variazione di volume per piccoli angoli di appruamento in modo che lo scafo li raggiunga velocemente e senza aiuto “dell’onda”, un galleggiamento di 110 cm dinamico con uno statico di poco meno di 100 cm. Poi, con la formazione di un minimo di onda, anche con sbandamenti minimi, la LWL dinamica dovrebbe subito superare i 115 cm.

Questo dovrebbe dare un piccolo vantaggio di velocità assoluta con circa 10-15% di LWL in più di una barca con scafo tradizionale e una maggiore resistenza all’ingavonamento per i limiti di vento massimi previsti per il gioco di vele principale.

Il ginocchio di prua è così quasi inesistente, la prua leggermente rovescia: in qualche modo ricorda Alinghi SUI 100 ed anche le linee laterali della generazione di AC fino al 2000, come America 3 e NZL32 che avevano linee proprio simili.

Qualcuno potrebbe dire che nelle barche reali l’evoluzione ha portato a fare forme diverse, ma con 25 tonnellate di dislocamento e scafi non plananti i problemi sono molto diversi che con 4,5 Kg di barchetta e uno scafo che invece riesce a planare.
Idem il rapporto tra la superficie delle vele e il dislocamento fa assomigliare molto più i nostri "piccoli" scafi a un catamarano della futura Coppa America piuttosto che ai vecchi e pesanti IACC5.

Quindi, se da un lato, l’evoluzione delle “grandi" è andata in un senso, dall'altro, nelle piccole é quasi certo che la via della miglior performance non sia la stessa: in queste pagine vi presento la mia personale e moderna reinterpretazione della mitica NZL 32 che chiamerò, in ricordo dei fasti della barca degli amici Kiwi : Magic Urca 120.
Naturalmente lo scafo potrà essere scalato con opportuni fattori di scala per fare una AC100 performante e il progetto avrà valenza e messe in tavola doppie (con opportuni fattori di scala correttivi). 

Per ottenere questo effetto lo scafo e la distribuzione dei volumi è studiata per consentire un naturale leggero appruamento dinamico anche con poco vento per poi diventare molto resistente all’ingavonata superato l’angolo di progetto.

Questo  è ottenuto grazie allo studio dei momenti di stabilità sul beccheggio e a una particolare distribuzione dei volumi immersi ed  emersi.

La variazione di posizione del centro di carena (CC) per piccoli angoli di beccheggio e` minima con centro di galleggiamento in statica circa  al 52% di LWL che poi diventa al 54-55% in dinamico
La prua  mantiene entrate fini per non patire troppo l'onda corta in condizioni di poco vento e favorire l’appoggio iniziale.

Anche la forma della coperta e` concepita per ridurre la pressione dinamica in caso di immersione della prua in modo da facilitarne la riemersione “rapida”. In pratica e` quasi una prua rovescia simile a quella di SUI 100 ma anche ad alcuni multiscafi della nuova Coppa perchè i problemi dinamici che dovrà affrontare sono simili.

Saluti, Claudio Vigada - www.Progetto-urca.com - 11/02/2012

 
 
 

Gennaio / Febbraio 2011 - Primi studi di forma

scafo v2:

scafo v5:

scafo v10:

scafo v14:

Primo assieme con scafo v16 e prime appendici :

Qualche tentativo di rendering :

Inizio Marzo 2011 - Prime ottimizzazioni scafo

Fine Marzo 2011 - Disegno vele e appendici

 

Anche le vele hanno i loro dettagli :

 

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